L’asparago appartiene alla famiglia delle Liliaceae, genere Asparagus ed è una coltura poliennale con un apparato radicale che esplora il terreno fino a superare il metro di profondità. Si avvantaggia, pertanto, di terreni fertili, profondi, ben areati, privi di erbe infestanti perenni. L’apparato radicale è costituito da due tipi di radici:
Principali: disposte a raggiera sulla “corona”, carnose, cilindriche, prive di ramificazioni e ad accrescimento indefinito; possono raggiungere notevoli profondità e fungono da organo di riserva; se una radice principale viene tagliata non ramifica più e, per la difficoltà di cicatrizzare, tende a marcire.
Secondarie: fibrose e più sottili, sono presenti lungo le radici principali e specialmente nella parte terminale e hanno funzione di assorbimento.
Si tratta di una pianta dioica e l’impollinazione avviene ad opera di insetti. In alcuni casi le piante maschili presentano fiori ermafroditi in grado di fruttificare. La pianta maschile è più vigorosa, precoce e produttiva rispetto a quella femminile, ma produce turioni più sottili.
Tecnica Colturale
La coltura dell’asparago alterna una fase vegetativa tra la primavera e l’autunno, ad una di riposo invernale. Durante la fase vegetativa, la pianta produce i composti organici (carboidrati, proteine, vitamine, ecc.) che vengono in parte accumulati nelle radici come riserva ed in parte utilizzati per differenziare nuove radici e gemme sul rizoma sotterraneo. Dopo il periodo di riposo invernale il risveglio vegetativo è indotto essenzialmente da una temperatura minima nel terreno di 12°C per almeno 7 giorni e da un giusto livello di umidità. I turioni si sviluppano dalle gemme utilizzando esclusivamente le sostanze di riserva accumulate nella precedente fase vegetativa; pertanto la concentrazione di queste sostanze nelle radici, diminuisce progressivamente durante il periodo di raccolta.
Preparazione del terreno – Un terreno ottimamente preparato consente alle radici di entrare più in profondità con ripercussioni positive su produttività, longevità della coltura, qualità dei turioni prodotti e resistenza alla siccità. Si consiglia quindi di effettuare un’aratura/vangatura ad una profondità di 40-50 cm. Successivamente, quando il terreno è in tempera si consiglia di eseguire una lavorazione superficiale di affinamento. Per effettuare l’impianto poi bisogna procedere con l’apertura dei solchi, profondi 20-25 cm, alla base dei quali sono collocate manualmente le piantine. L’epoca migliore per il trapianto è compresa tra metà aprile e metà maggio, ma nelle zone più calde si può anticipare anche a marzo con ottimi risultati.
Gestione della pianta – Si rende necessaria lavorare il terreno per eliminare le infestanti, senza danneggiare però l’apparato radicale della pianta che ovviamente è la parte che fornisce il prodotto raccolto, non dimentichiamolo! Al termine di ciascuna stagione vegetativa, la fronda delle piante, deve essere tagliata raso terra ed allontanata dal campo e bruciata. In tal modo si riduce la propagazione delle malattie fungine (spore di ruggine e stemfiliosi), parassitarie di origine animale (uova dell’afide dell’asparago e di criocere), inoltre si determina la morte di numerosi semi di erbe infestanti.
Esigenze idriche – Nella fase di raccolta, è necessario mantenere costantemente umido il terreno per garantire la massima espressione produttiva e qualitativa dei turioni prodotti. 6 La risposta della pianta a carenze idriche si manifesta con ingiallimento degli steli e con indesiderata emissione di turioni nel periodo autunnale.
Concimazione – L’asparago non è una pianta molto esigente, ma è ovvio che essendo una coltura poliennale si avvantaggia di una buona concimazione organica interrata in fase di trapianto. Successivamente bisogna intervenire con concimazioni a base di azoto e fosforo di copertura, con concimi minerali semplici o ternari.